"Devi fare la cosa che pensi di non poter fare."

Eleanor Roosevelt

Tutti noi abbiamo sogni d'infanzia che vorremmo diventassero realtà; alcuni sono possibili, altri no, ma quando ti rendi conto di essere vicino a realizzarne uno... CI DEVI PROVARE!

La mia possibilità di diventare una giocatrice di pallavolo nella Serie A Italiana è arrivata dopo anni di pallavolo in giro per il mondo, sacrifici di ogni tipo e molta perseveranza.

Sono tornata in Argentina dopo la Laurea negli USA ed iniziato a lavorare per il centro di supporto aziendale ExxonMobil nel centro di Buenos Aires. Avevo un ottimo stipendio ed in più giocavo a pallavolo per un bel club, ero vicina alla mia famiglia e non potevo davvero lamentarmi. Tuttavia, c'era qualcosa dentro di me che non mi rendeva del tutto felice in quella situazione. Volevo di più, dovevo cercare di raggiungere il mio sogno d'infanzia.

Quando il mio manager Stefano mi ha chiamato e mi ha detto che avrei dovuto provare per entrare in una squadra in Italia, non ho esitato affatto: ho trascorso i miei 10 giorni di vacanza dal mio nuovo lavoro e ho attraversato l'oceano per scoprire quanto ero brava a pallavolo.

Alla fine sono stata abbastanza brava da farmi prendere nella squadra di Serie A e quindi ho lasciato il mio ben pagato lavoro in Argentina per trasferirmi alla ignota Aprilia, nella regione Lazio, e finire la stagione sportiva con la squadra di Acqua&Sapone Città di Aprilia.

Sportivamente, è stata un'esperienza fantastica che mi ha permesso di scoprire che tipo di giocatrice ero diventata; ho realizzato i miei limiti tattici e tecnici ma soprattuto fisici e sono stata in grado di accettare il tetto delle mie abilità. Quello che non sono stata in grado di accettare però è il fatto che un giocatore "professionista" non venga pagato come previsto dal suo contratto. Sono stata lì per 5 mesi e ho ricevuto soltanto la metà di ciò che mi aspettava da un contratto regolarmente firmato.

Per chi no lo sa, la pallavolo in Italia, a tutti gli effetti, è uno sport dilettantistico il cui vuol dire che i giocatori e tutti coloro che ne fanno parte dello staff NON SONO PROFESSIONISTI anche se ci sono atleti che guadagnano bel oltre i 500.000€ all'anno. Parlando con molti giocatrici della mia e di altre squadra ho capito che essere pagati come da contratto non era mai garantito in tante delle squadre di Serie A1 e A2, e per quanto ridicolo possa sembrare, era più facile essere pagato regolarmente scendendo di livello in Serie B1.

Era il momento di mettere tutte le carte sul tavolo e vedere come giocare la mano successiva.